Schema Tecnologie No Dig
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Indagini conoscitive
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Georadar
SISTEMI GEORADAR (Ground Penetrating Radar, GPR)
E’ una tecnologia che consente di rivelare, in modo non distruttivo e non invasivo, la presenza e la posizione di oggetti presenti nel sottosuolo, fino ad una profondità di diversi metri, utilizzando il fenomeno della riflessione delle onde elettromagnetiche a particolari frequenze. Il sistema è costituito da un’ unità di controllo e di acquisizione dei dati, e da una o più antenne, e permette di acquisire, analizzare e interpretare i dati e di restituire elaborati grafici (cartacei o elettronici) bi/tri dimensionali, in pianta o in sezione. A seconda del numero di antenne e della frequenza utilizzata per l’ introspezione, la tecnica permette di rilevare, accuratamente, la posizione e la dimensione degli oggetti, presenti nel sottosuolo. L’ uso di tale tecnologia è propedeutico all’ impiego delle tecniche di posa no-dig che comportano perforazioni o scavi ridotti; oltre ad essere utile per la progettazione di reti tecnologiche, essa permette di effettuare analisi dei profili stratigrafici, indagini archeologiche e di ingegneria civile e ambientale. Il suo impiego è condizionato principalmente dalle caratteristiche geologiche del terreno (la presenza di acqua, infatti, attenua la capacità di penetrazione dell’ onda elettromagnetica) e dal tipo di oggetti presenti nel sottosuolo (per esempio la presenza di maglie metalliche).
Telecamere
TELECAMERE (sistemi CCTV)
E’ un tipo di tecnologia che consente di ispezionare la superfice interna delle condotte idriche, fognarie e del gas, nonchè di serbatoi, pozzi e cisterne. E’ impiegata prevalentemente per analizzare lo stato delle condotte e progettare il loro risanamento, in quanto permette di valutarne le dimensioni reali, di individuare la presenza di fratture, intrusioni o infiltrazioni, nonchè di eventuali allacci abusivi. Il sistema è costituito da telecamere a colori motorizzate o montate su carrelli filo-guidati, dotate di testa girevole assialmente su 360° e brandeggiabile su 270° “ di luci regolabili per l’ illuminazione della condotta, e di sistemi per rilevare la dimensione dei difetti e la pendenza della condotta. La telecamera è collegata ad un monitor esterno di controllo e le informazioni rilevate possono essere memorizzate su supporti magnetici o digitali. In caso di ispezione di condotte del gas, il sistema deve essere certificato non deflagrante, mentre nel caso di di condotte idriche, devono esser presi tutti gli accorgimenti necessari ad evitare il verificarsi di perdite. Le dimensioni e il grado di occlusione delle condotte possono condizionare l’ impiego di questa tecnica.
Cercatubi
Cercatubi
E’ una tecnologia che consente l’ individuazione nel sottosuolo di strutture metalliche (cavi e condotte), sfruttando la proprietà di generazione di campi magnetici. Propedeutica alle operazioni di scavo a cielo aperto, non fornisce tuttavia indicazioni sulla profondità degli oggetti presenti nel sottosuolo, nè individua strutture sotterranee di materiale diverso.
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Cercaperdite
Cercatubi
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PIGS intelligenti
Ispezioni con PIG intelligenti
Tale tecnologia permette di ispezionare le tubazioni in acciaio con strumenti in grado di registrare le condizioni metallurgiche delle condotte e di evidenziare difetti con un’ elevata accuratezza, con precisione anche millimetrica. Il sistema ha avuto enormi sviluppi dagli anni 80 ad oggi; esso consente di intervenire in maniera tempestiva per effettuare riparazioni atte a ripristinare l’ iniziale efficienza della condotta. Attraverso i cosiddetti geopig è possibile rilevare anche, in fase di ispezione, la posizione della condotta nello spazio, con riferimento a capisaldi topografici esterni georeferenziati. I Pig Intelligenti attualmente in uso sono sostanzialmente di due tipi: ad ultrasuoni e a flusso magnetico disperso, e compiono il loro rilievo percorrendo la condotta spinti dal fluido contenuto nella stessa
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Perforazioni orizzontali guidate
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Trivellazione orizzontale controllata
Trivellazione orizzontale controllata - TOC
E’ una tecnologia che consente la posa lungo un profilo trivellato di tubazioni in polietilene, in acciaio o in ghisa sferoidale. Le tubazioni installabili hanno diametri compresi tra 40 mm e 1600 mm e vengono utilizzate per numerosi sottoservizi (acqua, energia, telecomunicazioni etc). Il profilo di trivellazione, accuratamente prescelto in fase progettuale, viene seguito grazie a sistemi di guida estremamente precisi, solitamente magnetici, tali da consentire di evitare ostacoli naturali e/o artificiali e di raggiungere un obiettivo prestabilito, operando da una postazione prossima al punto di ingresso nel terreno della perforazione, con una macchina di perforazione chiamata RIG. Le fasi di lavorazione sono sostanzialmente tre: · nel corso della prima fase, viene realizzato un foro pilota mediante l’introduzione nel punto di ingresso di una colonna di aste, con un utensile di perforazione posto in testa; la fase si conclude con il raggiungimento del punto di uscita prestabilito; · successivamente sulla testa di perforazione viene montato un opportuno alesatore che permette di allargare il diametro del foro fino a raggiungere le dimensioni utili alla posa dei tubi previsti; · infine, viene tirata nel foro la colonna della tubazione presaldata, completando il lavoro. La perforazione viene solitamente favorita dall’uso di fluidi – fanghi bentonitici o polimerici – , non sono necessari scavi a cielo aperto lungo l’asse di trivellazione e, al termine delle operazioni, l’area di lavoro viene restituita allo status quo ante, mediante il ripristino dei punti di ingresso e di uscita. In caso di posa di piccole condotte, la fase di alesatura del foro può essere evitata, riducendo quindi, oltre i tempi di lavorazione, anche le dimensioni delle macchine impiegate e, quindi, l’area di cantiere. Le TOC sono particolarmente adatte per il superamento di ostacoli, quali fiumi, canali, strade di grande comunicazione, aree pubbliche, aree archeologiche etc e trovano impiego anche nel consolidamento di versanti franosi e nel risanamento e contenimento di siti inquinati. L’ impiego di questa tecnologia può essere problematico in caso di presenza di ghiaie sciolte, per cui è necessario uno studio preliminare dei terreni da attraversare. La progettazione di una TOC implica quindi l’esecuzione di indagini preliminari allo scopo di ricostruire la situazione stratigrafica lungo il profilo di trivellazione e, soprattutto in ambito urbano, per individuare la presenza di eventuali sottoservizi già esistenti
Scudo Direzionale aperto
Scudo Direzionale aperto
La macchina di perforazione nella tecnica Scudo Direzionale Aperto è costituita da una testa articolata, incernierata su tre oppure quattro cilindri oleodinamici che ne consentono la direzionabilità , e dal corpo principale che contiene la maggior parte degli equipaggiamenti di scavo e raccolta dello smarino nonchè la consolle di controllo e pilotaggio. Il corpo principale può essere dotato di cilindri di spinta autonoma. Nel primo caso la perforazione avviene per escavazione del terreno tramite una benna montata su braccio idraulico che convoglia il materiale su un nastro trasportatore e quindi in vagoncini da miniera. Nel secondo caso il terreno lapideo viene demolito da una fresa puntuale e successivamente allontanato da un sistema di smarino idraulico. Nello Scudo direzionale aperto il fronte di scavo non è sostenuto artificialmente con una pressione di bilanciamento. Nel caso di perforazioni in terreni sciolti o debolmente coesivi il fronte di scavo viene fatto franare all’ interno della camera anteriore dello scudo e lo smarino si dispone all’ interno della camera anteriore secondo il naturale angolo di riposo.
Scudo Direzionale chiuso
Scudo Direzionale chiuso
Lo scudo direzionale chiuso è caratterizzato dall’ avere al fronte di scavo, sulla testa articolata, un disco rotante, con aperture regolabili per consentire l’ ingresso del terreno nella camera di raccolta, anche questa contenuta nella testa articolata. Il disco rotante è dotato di utensili di scavo atti a disgregare e raccogliere/convogliare il terreno verso la camera di raccolta. Si distinguono tre tipi di teste fresanti: per terreni sciolti, per terreni misti e da roccia. Queste ultime hanno anche un frantoio interno alla camera di raccolta per ridurre le rocce incamerate a dimensioni tali da poterle trasportare con un sistema di smarino idraulico.Il sostentamento del fronte è di tipo meccanico oppure a bilanciamento della pressione del terreno EPB.
Microtunneling
Microtunneling
Tale tecnologia consente la posa di tubazioni di diametro di 250 / 2.500 mm in acciaio, in calcestruzzo o in gres ceramico. La posa avviene mediante la spinta, da un pozzo di partenza fino ad uno di arrivo, di sezioni di tubo della lunghezza variabile da 1 a 3 metri. La sezione più avanzata del tubo è costituita da una fresa o da una trivella con testa orientabile, che disgrega il materiale durante l’ avanzamento. Il materiale di risulta viene portato in superficie tramite un sistema chiuso di circolazione d’ acqua e bentonite mantenuto in movimento da grosse pompe. L’ orientamento della testa di perforazione è controllato tramite un segnale laser inviato dal pozzo di partenza lungo la direzione della perforazione, che incide su un rivelatore solidale con la testa fresante, la quale può essere guidata da un operatore per mezzo di un sistema di martinetti idraulici. La tecnologia viene prevalentemente impiegata per la posa di condotte idriche e fognarie, in generale di grandi dimensioni, e può essere utilizzata con buoni risultati su tutti i tipi di terreno. L’ impiego di questa tecnica può essere condizionato, soprattutto in area urbana, dalla necessità di avere a disposizione area estese per l’ installazione dei cantieri, oltre cha da considerazioni di convenienza economica legata alle dimensioni dell’ opera da realizzare.
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TBM (tunnel boring machine)
TBM (tunnel boring machine)
La Tecnologia TBM è assai simile a quella del Microtunnel e consente di realizzare tunnel di grandi dimensioni, di notevole lunghezza e in qualsiasi tipo di terreno, con l’ uso di frese rotanti, seguite o meno da rivestimenti o rinforzi del tunnel. La gamma di impiego varia da un minimo di 2,5 m di diametro ad oltre 12 m, quindi si passa dai tunnel per la posa di tubazioni di trasporto a grandi tunnel autostradali. La macchina TBM è costituita da: Testa fresante, Unità di Guida, Cilindri di spinta, Motori Elettrici, Nastri trasportatori per lo smarino, Elevatori per Conci/Rivestimenti. La Cabina di Guida è prossima al fronte di scavo, all’ interno del tunnel, il controllo direzionale avviene tramite puntamento laser.
Rod pushers
Rod pushers
Questa tecnologia è caratterizzata da un particolare tipo di trivellazione orizzontale guidata, realizzata esclusivamente a secco, con macchinari di piccole dimensioni e per la posa di tubazioni del diametro di 50 /160 mm. Poichè necessita di dimensioni ridotte dell’ area di cantiere, risulta particolarmente conveniente in ambito urbano e qualora sia possibile utilizzare, come punto di partenza, una cameretta esistente.
Pilot system
Pilot system
La tecnologia Pilot System è un sistema di perforazione a spinta controllata a mezzo laser e tolleranza garantita attraverso cui si realizzano condotte sotterranee in terreni sciolti di diversa consistenza privi di roccia e trovanti dimensioni tali che impediscano il passaggio delle aste pilota. Prevalentemente questa tecnologia è utilizzata in assenza di falda, tuttavia esistono accorgimenti tecnologici che in taluni casi consentono di realizzare i lavori anche in presenza d’ acqua nel terreno. La tecnica prevede la realizzazione di un preforo eseguito mediante l’ infissione di aste pilota e il successivo alesaggio del foro realizzato fino al raggiungimento del diametro necessario. Questa tecnologia consente di realizzare tratti di tubazione con diametro variabile tra DN 200mm e DN 1000mm, in diversi materiali.
Direct pipe
Direct pipe
Il Direct Pipe è un sistema di posa di tubazioni che combina le caratteristiche delle tecnologie Microtunnelling (MT) e Horizontal Directional Drilling (HDD). Con questo metodo la tubazione viene posata in un’ unica fase, senza l’ impiego di tubazioni camicia aggiuntive e senza richiedere grossi volumi di fango per il sostegno provvisorio, sfruttando il sistema di scavo e smaltimento dello smarino del sistema Microtunnelling. Ciò grazie all’ utilizzo di una speciale unità di spinta in opera della tubazione (Pipe Thruster, PT ). A differenza del Microtunnelling dove la forza di spinta viene applicata al singolo elemento di tubo. nel pozzo di partenza, nel Direct Pipe la forza di spinta viene applicata attraverso il Pipe Thurster direttamente sulla tubazione precedentemente assemblata e posizionata sulla via di scorrimento, per tutta la lunghezza completa da installare o in singole stringhe da comporre progressivamente, in modo simile all’ HDD. Il Thruster viene ancorato ad una struttura di idonee caratteristiche di resistenza e trasferisce la sua spinta mediante clampe (ammorsamento circonferenziale), per attrito, senza danneggiare il tubo.
Pipe jacking
Pipe jacking
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Tecnologie associate
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Minitrincea
Pipe jacking
Tale tecnologia permette la posa dell’ infrastruttura di determinati sottoservizi, quali l’ idrico, l’ energia elettrica e le telecomunicazioni, attraverso l’ esecuzione, contemporanea o meno, di fresatura di dimensioni ridotte del manto stradale, la sistemazione di tubi e/o cavi e il riempimento del solco con malta cementizia. La tecnica è applicabile a tracciati che presentano superfici asfaltate, cementate, aventi un sottofondo di materiale compatto, e si esegue normalmente in prossimità del ciglio stradale. L’ impiego della stessa, laddove siano presenti fondi con trovanti di medie dimensioni o fondi di tipo sabbioso, o ghiaioso, deve essere opportunamente valutata di volta in volta. Le fasi di lavorazione prevedono la fresatura del manto stradale (taglio) per una larghezza massima di 15 cm con una profondità massima di 40 cm, la posa dei cavi o dei tubi (fino ad un massimo di 3), di 40 / 50 cm di diametro, e il riempimento dello scavo. Per quest’ ultimo si utilizza, generalmente, malta cementizia aerata fino a 3 cm dal piano di calpestio, completando il riempimento con il materiale con cui si realizza il tappetino di usura. Il crescente interesse nell’ impiego di questa tecnologia, soprattutto nel settore delle telecomunicazioni, ha portato allo sviluppo di nuovi materiali di riempimento (malta rapida), con la caratteristica di avere prestazioni superiori alle classiche malte e di consentire il riempimento della minitrincea fino al piano di calpestio o carrabile, evitando quindi il ripristino del tappetino di usura. In particolare questa malta è stata, di recente, certificata dal Centro Studi e Ricerche dell’ ANAS. Le attrezzature impiegate sono di dimensioni tali da consentire di allestire cantieri in spazi estremamente contenuti, permettendone un agevole utilizzo sia in ambito urbano che extraurbano.
Microtrincea
Microtrincea
Questa tecnologia è analoga alla minitrincea, dalla quale si differenzia in quanto il tipo di scavo e le attrezzature impiegate sono di dimensioni molto ridotte. In particolar modo, il taglio della pavimentazione ha una larghezza massima di 1,6 cm e una profondità massima di 15 cm. Tale tecnica risulta particolarmente adatta, sia in ambito urbano che extraurbano, per la posa di sottoservizi su marciapiedi, strade, banchine e/o aree di parcheggio o campus universitari, dove le sollecitazioni sull’ impianto, posato superficialmente, sono ridotte.
Vacuum
Vacuum
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Posa in fogna
Posa in fogna
Questa tecnologia consente lo sfruttamento di infrastrutture fognarie esistenti ed è utilizzata prevalentemente per la posa di cavi elettrici o di telecomunicazioni. I sistemi sviluppati per il posizionamento o l’ ancoraggio dei tubi/cavi nelle condotte fognarie sono di vario tipo:
- utilizzando il cielo della condotta, in cui i cavi o le canalette in metallo, opportunamente predisposte per resistere all’ ambiente fognario, vengono ancorate;
- in occasione di risanamento della condotta fognaria con tecniche di rivestimento interno, attraverso l’ inserimento di tubazioni tra la condotta e la calza di rivestimento;
- posando un particolare cavo resistente agli agenti chimici direttamente sul fondo della condotta;
- non dover effettuare scavi lungo il percorso di posa e quindi non degradare la pavimentazione stradale;
- eseguire in maniera rapida le opere di posa;
- minimizzare l’ impatto sull’ ambiente e sul traffico veicolare.
1. Posa sulla volta della condotta : è una tecnologia impiegata prevalentemente in condotte non percorribili dall’ uomo e realizzata con l’ ausilio di robot appositamente sviluppati. Tali robot agiscono ancorando, sulla volta della condotta, una serie di cavi, opportunamente armati per resistere all’ aggressivo ambiente fognario. La tecnica potrebbe risultare inapplicabile in caso di non perfette condizioni della struttura fognaria o qualora si valuti che l’ ancoraggio possa sottoporla al rischio di indebolimento strutturale.
2. Posa contestuale al risanamento della condotta : è una tecnologia che consente di posare tubazioni di sottoservizi, durante le operazioni di risanamento di una condotta fognaria con la tecnica del Cured in place pipe.
3. Posa sul fondo della condotta : tecnologia sviluppata per il settore delle telecomunicazioni e che consente di posare sul fondo di condotte fognarie con diametri maggiori di 200 mm, un particolare cavo armato in f.o., resistente all’ attacco dei roditori e alle corrosioni chimiche. Il cavo è posizionato sfruttando il flusso della corrente fognaria e, per effetto del suo peso, si ancora saldamente al fondo della condotta con assenza di oscillazioni e ondeggiamenti e quindi senza situazioni di possibile danneggiamento o di intralcio al normale flusso fognario.Aratri
Aratri
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Perforazioni orizzontali non guidate
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Impact moles
Impact moles
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Raise borer
Raise borer
E’ una tecnologia che consente la realizzazione di pozzi, da verticali a molto inclinati (di solito non si va al di sotto di 30°), con un sistema di trivellazione simile a quello dell’ Horizontal Directional Drilling. Il foro pilota viene poi alesato per raggiungere le dimensioni volute. Non si utilizzano fanghi di perforazione e lo smaltimento dello smarino avviene per gravità verso la base della perforazione. E’ una tecnologia utilizzata per posare tubazioni (acquedotti, metanodotti, oleodotti) superando scarpate rocciose senza intaccarne il fronte visibile, rispettando così l’ aspetto paesaggistico ed evitando costosi e problematici interventi di ripristino. La base della perforazione è solitamente raggiunta tramite un breve tunnel scavato alla base del pendio.
Mole (siluro)
Mole (siluro)
Tale tecnologia consente la posa di tubazioni del diametro di 90 / 180 mm che viene realizzata tramite perforazione a secco, con sistemi di spinta ad aria compressa, da una buca di partenza fino ad una di arrivo. Il tubo viene posato direttamente durante la perforazione, collegandolo alla coda della lancia mediante opportuni attacchi. Non potendo apportare correzioni significative alla traiettoria della perforazione, questa dovrà essere orientata opportunamente all’ avvio, alla giusta profondità. Il suo impiego è ottimale per lunghezze limitate di posa e in ambito urbano, per via delle ridotte dimensioni dei macchinari, mentre è condizionato dalla presenza di trovanti di significative dimensioni rispetto al macchinario.
Pipe ramming
Spingitubo a percussione pneumatica (Pipe ramming)
In questa tecnologia, un martello azionato da un compressore ad aria, spinge un tubo camicia di acciaio sotto strade, ferrovie, fiumi, ecc. Il tubo, con la parte anteriore aperta, consente al terreno di entrare all’ interno minimizzando la compressione del terreno esterno, senza apportare variazioni di volume sensibili o crepe in superficie. E’ una tecnologia applicabile nel caso di terreni sabbiosi, in presenza di ciottoli, in formazioni sassose di grosso diametro e in caso di presenza d’ acqua nel terreno. Durante la spinta, i detriti rocciosi, di diametro massimo pari al diametro del tubo camicia, vengono incamerati all’ interno tubo infisso. I detriti vengono rimossi una volta terminata la posa. Le fasi preparatorie prevedono la preparazione della base di appoggio costituita normalmente da un getto di calcestruzzo sul quale viene fissata una slitta di una sezione adatta a sostenere il tubo camicia, costituita da una trave o supporto a doppio T in acciaio. La slitta allineata alla direzione di spinta.
Pressotrivella
Pressotrivella
La tecnica consiste nella posa di tubi mediante spinta e contemporanea perforazione del terreno mediante una testa di perforazione rotante. Lo scavo a fronte aperto e l’ evacuazione del materiale di risulta avviene per mezzo di una coclea che trasporta il materiale (smarino) dal fronte di scavo all’ esterno. La prima fase prevede la realizzazione della camera di spinta, di dimensioni adeguate all’ alloggiamento della trivella. Successivamente la pressotrivella viene messa in posizione operativa plano altimetrica usufruendo dei punti di riferimento predisposti in fase di tracciamento della direzione di spinta. Sul telaio della trivella viene posizionato il primo tubo da infiggere con all’ interno la prima coclea che ha sia funzione di tagliente (mediante un piatto fresante posto sulla punta), che di smarino del materiale di risulta. Si procede all’ infissione dei tubi saldando al primo tubo penetrato nel terreno il tubo successivo, e cosi via. Durante la spinta viene continuamente monitorata la pressione di spinta, la velocità di rotazione della trivella, la lunghezza effettiva di infissione, la consistenza e tipologia del materiale scavato. Alla fine della trivellazione vengono recuperano le coclee. La tecnologia, consente l’ esecuzione di trivellazioni per posa di tubazioni normalmente fino ad un diametro di 1400mm.
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Talpa a percussione, a dislocamento
Talpa a percussione, a dislocamentov
Nella posa sotterranea di tubazioni di piccolo diametro fino a 180mm, per attraversamenti stradali e ferroviari, per l’ esecuzione di allacci domestici di gas, acqua e acque reflue, per il passaggio di cavi telefonici e di fibre ottiche, possono essere utilizzati perforatori a martello, che funzionano ad aria compressa e grazie all’ attrito con il terreno avanzano da soli; questa tecnica permette di affrontare anche terreni difficili con presenza di ciottoli o interferenze con manufatti. La nuova tubazione può essere posata direttamente dalla talpa (perforatore a percussione) a cui è agganciata oppure, in un secondo momento, trainata all’ interno del foro realizzato. Il perforatore viene puntato e posizionato con l’ utilizzo di un puntatore ottico secondo la direzione di posa, la precisione di queste macchine può essere ritenuta affidabile per lunghezze di posa variabili tra i 10 fino ai 40 metri.
Martello fondo foro
Martello fondo foro
Esistono diverse tecnologie, tra cui sistemi brevettati che utilizzano un metodo concentrico di perforazione del terreno. Con questi sistemi è possibile effettuare fori dritti con qualsiasi angolazione (anche in orizzontale) e ad una profondità e distanza fino a circa 100 metri. I tre componenti principali del sistema sono: una punta pilota interna, che fresa la parte centrale del foro e guida la batteria di perforazione. Una scarpa a corona circolare esterna alla punta pilota a cui viene saldato il tubo camicia. La perforazione avviene mediante roto-percussione con la possibilità di far avanzare la punta pilota separatamente dalla scarpa di perforazione; la punta pilota può venire estratta dal tubo camicia. Durante la perforazione vengono impiegati fluidi di raffreddamento/lubrificazione (acqua). Questi sistemi sono in grado di gestire tubi di rivestimento da 76 a 1.220 mm.
Rammer
Rammer
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Augers
Augers
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Riutilizzo o sfruttamento di infrastrutture esistenti
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Compact Pipe/U-liner
Compact Pipe/U-liner
La tecnologia consente il rinnovamento di una condotta esistente costruita in qualsiasi materiale, mediante l’ inserimento di tubi in PEAD ridotti di diametro, al momento della fabbricazione, mediante deformazione a C oppure a U, e messi in opera con processo di reversione controllata in temperatura, mediante l’ azione termica di vapore acqueo a 130°. La tecnologia fa parte delle cosiddette tecniche close-fit lining, in quanto la nuova condotta inserita, una volta riformata, va ad aderire perfettamente alla condotta esistente. Tali tecnologie consentono la posa di tratte di tubazione di estensione media fino a 250 m ed oltre per diametri inferiori a 250 mm e di tratte di 100 / 150 mm per diametri superiori a 300 / 500 mm. Compact Pipe e U-Liner sono prevalentemente impiegati per il rinnovamento di reti fognarie, reti idriche e gasdotti di sezione circolare, in ambito urbano e extraurbano e permettono di realizzare ex-novo derivazioni d’ utenza o di ricollocarle.
Roll-down
Roll-down
Tale tecnologia consente il rinnovamento di una condotta esistente mediante l’ inserimento di tubi in PEAD di diametro ridotto a freddo in campo, fino al 19%, mediante trafilatura assiale. Ad inserzione terminata il tubo riportato a misura standard attraverso pressurizzazione con acqua fredda o aria, fino ad adesione perfetta alle pareti del tubo da rinnovare (processo close-fit lining). La teconologia in questione permette la posa di tratte di tubazione fino a 300 m, per tubi in polietilene di diametro fino a 500 mm. Essa viene prevalentemente impiegata per il rinnovamento di tubazioni idriche e del gas di sezione circolare, in ambito urbano e extraurbano, e permette di realizzare ex-novo derivazioni d’ utenza o di ricollocarle . L’ applicazione di tale tecnologia è fortemente condizionata dalla presenza di curve, variazioni angolari multiple o singole superiori al 3-5°, che costituiscono quindi necessariamente punti di interruzione dell’ inserzione.
Slip – lining
Slip – lining
Tale tecnologia consente il rinnovamento di una condotta esistente, mediante l’ inserimento di tubi in polietilene ad alta densità (PEAD) di diametro inferiore alla condotta da rinnovare (qualunque sia il materiale della condotta preesistente). E’ possibile realizzare con questa tecnologia tratte di estensione pari anche ad 300 m a seconda del diametro della condotta da posare che può variare da 20 / 1.000 mm (e della curvatura del tracciato). Tale tecnologia è prevalentemente impiegata per rinnovamento di tubazioni idriche e del gas (fino a 630 mm) e trova applicazione sia in ambito urbano che in extraurbano, permettendo anche di realizzare ex-novo o di ricollocare derivazioni d’ utenza. La tecnologia non è applicabile laddove non è sostenibile una riduzione della portata della condotta, anche se l’ impiego di un nuovo tubo in PEAD, seppur di sezione interna leggermente inferiore, e in certe condizioni, riesce a compensare le perdite della condotta stessa.
Swage lining
Swage lining
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Pipe cracking
Pipe cracking
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Subline
Subline
La tecnologia consente il rinnovamento di una condotta esistente, di sezione circolare, mediante l’ inserimento di tubi in PEAD, di diametro ridotto per deformazione fino al 40%, direttamente in campo. La deformazione viene effettuata sul campo e consiste sostanzialmente nella ripiegatura del tubo all’ interno della propria circonferenza (tipo Compact Pipe U-Liner), ma essendo effettuata a freddo (quindi viscoelasticamente) necessita di essere mantenuta tale da reggette in plastica applicate immediatamente a seguito della deformazione. Ad inserzione terminata il tubo riportato a misura standard attraverso pressurizzazione con aria a temperatura ambiente, che provoca la rottura delle fascette e determina la successiva perfetta adesione della nuova tubazione in PEAD alla condotta esistente (tecnica close-fit lining). La tecnologia permette di eseguire inserzioni per tratte fino a 400 m per diametri anche fino a 1.600 mm. Il suo impiego è ideale per il rivestimento di condotte in qualsiasi materiale, in ambito urbano e extraurbano. Il rinnovamento con Subline, specie per diametri superiori a 400 mm, richiede l’ impiego di tubi in PEAD di limitato spessore (SDR maggiore di 26). In tal modo si determinano le condizioni per un cosiddetto interactive close-fit liner, cioè di un relining in cui il liner (tubo interno in PEAD) ha solo funzioni di ripristino della tenuta idraulica, ma non sopporta autonomamente la pressione di esercizio, che viene delegata alla condotta esistente.
Rivestimento con resine
Rivestimento con resine
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Slim – liner
Slim – liner
E’ una tecnologia che consente il rinnovamento di una condotta esistente di sezione circolare, mediante l’ inserimento di tubi in PEAD di limitato spessore 2,8 / 6,2 mm, ridotti di diametro, anche fino al 60%, mediante deformazione a C al momento della fabbricazione e messi in opera con un processo di reversione controllata in pressione d’ aria o acqua fredda, aderendo perfettamente alla tubazione esistente (tecnica close-fit lining). La tecnologia permette di eseguire il rinnovamento di tubazioni per tratte fino a 300 m di diametro, variabile da 75 / 300 mm. Anche in questo caso, il rinnovamento con Slim Liner, impiegando tubi in PEAD di limitatissimo spessore (SDR maggiore di 42, 3-5 mm), determina le condizioni per un cosiddetto interactive close-fit liner, cioè per un relining in cui il liner (tubo interno in PEAD) ha solo funzioni di ripristino della tenuta idraulica, ma non sopporta autonomamente la pressione di esercizio, che viene delegata alla condotta esistente.
Pipe – coating
Pipe – coating
Questa tecnologia consente il rivestimento di una condotta esistente, mediante l’ utilizzo di resine epossidiche spruzzate, con appositi robot, all’ interno della condotta stessa. Essa viene prevalentemente impiegata per il risanamento di condotte idriche e fognarie, permettendo di migliorarne le caratteristiche chimiche delle pareti. E’ particolarmente adatta per il rinnovamento di condotte con rivestimenti interni pericolosi (cemento-amianto) o che presentano ossidazioni.
Cement mortar lining
Cement mortar lining
Tale tecnologia consente il rivestimento di una condotta esistente, mediante l’ utilizzo di malta cementizia spruzzata, con appositi robot, all’ interno della condotta, permettendone l’ allungamento della vita utile di oltre 50 anni. Essa permette di eseguire il rinnovamento di tubazioni per tratte fino a 150 m, per diametri inferiori a 600 mm e per tratte di 250 / 300 mm per diametri superiori. Viene prevalentemente impiegata per risanare tubazioni idriche metalliche sia in ambito urbano che extraurbano ed è particolarmente adatta in caso di condotte con rivestimenti interni pericolosi (cemento-amianto) o che presentano lesioni o ossidazioni.
Cured in place pipe
Cured in place pipe
Questa tecnologia consente la riabilitazione di una condotta o manufatto tramite retroversione di guaina in feltro o feltro-tessile, impregnata da un’ opportuna resina termoindurente e avente uno strato esterno in materiale plastico, resistente chimicamente e fisicamente al fluido da convogliare. La guaina viene impregnata all’ interno (parte che ad inserzione avvenuta andrà a contatto con la condotta da risanare) con una particolare resina, e avvolta in una camera di estroflessione. Una delle parti terminali viene fissata per cerchiaggio alla bocca di uscita dell’ estroflessore e la messa in pressione con aria provoca il rivoltamento e l’ avanzamento della guaina nella condotta da risanare. Per diametri di condotta da risanare superiori a 200 mm viene realizzata un’ incastellatura perpendicolare alla condotta da risanare e la retroversione avviene mediante l’ immissione di acqua all’ interno del sacco a corona che si viene a formare, provocando, per gravità, il rivoltamento e l’ avanzamento della guaina. La tecnologia consente il rinnovo di tubazioni di diametro da 200 / 2.000 mm ed è prevalentemente impiegato per reti idriche e fognarie, sia in ambito urbano che extraurbano.
Risanamento NO – DIG dei verticali negli edifici
Risanamento NO – DIG dei verticali negli edifici
La tecnologia No-Dig trova inoltre applicazione, ormai da decenni, anche nel risanamento non distruttivo delle tubazioni di scarico verticali interne agli edifici (colonne di scarico di acque pluviali e di acque nere) e delle tubazioni di scarico orizzontali non a vista delle piscine. In questa specifica area applicativa i diametri delle tubazioni da risanare vanno da 40mm a 300mm ed hanno frequenti diramazioni a T ed a Y e curve anche a 90°.
Per realizzare quindi l’intervento di risanamento delle tubazioni all’interno degli edifici è possibile agire con le seguenti metodologie:
- Inserimento di guaine flessibili impregnate di resina epossidica che sono estroflesse
all’interno della vecchia colonna, dall’alto o dal basso, tramite spinta pneumatica permettendo così una
perfetta aderenza alle pareti interne della colonna.
A polimerizzazione della resina epossidica avvenuta, all’ interno della vecchia colonna si sarà costituito un tubo in grado di assolvere a tutte le funzioni idrauliche, meccaniche e di resistenza chimica a cui la vecchia tubazione era destinata.
La flessibilità delle guaine permette sia di superare facilmente le curve a 90° sia di adeguarsi ad eventuali cambiamenti di diametro intervenuti in occasione di parziali sostituzioni delle colonne effettuate in passato. - Spruzzatura di resina in poliestere rinforzato con fibre di vetro. Speciali sonde vengono calate dal punto di accesso più alto (esalazioni, pilette, imbocco dei pliviali) e spruzzano la resina sulle pareti interne della tubazione esistente. La resina viene applicata allo stato liquido quindi braghe e connessioni rimangono aperte. La resina, inoltre, si adatta ad eventuali cambi di diametro ed alle curve. In caso di lesioni importanti o porzioni mancanti, prima della spruzzatura la tubazione viene riparata, sempre con tecniche endoscopiche. La resina si indirusce a temperatura ambiente nel giro di breve tempo ed una volta completata la polimerizzazione, si forma una nuova tubazione autoportatnte, estremamente resistente ad acidi, corrosioni e ad a cicli di temperature con picchi di oltre 100°. Questa metodologia, grazie ad uno specifico protocollo di intervento, viene utilizzata con successo anche per il risanamento delle tubazioni di scarico in amianto/eternit con evidenti vantaggi in termini di sicurezza.
I vantaggi di questa applicazione rispetto agli interventi tradizionali di rottura delle pareti e sostituzione della colonna sono:
- Rapidità dell’intervento
- Nessuna produzione di macerie
- Assoluta mancanza di disagi per gli inquilini poichè vengono evitati rumori, polveri e allestimenti di ponti esterni agli edifici.
- Ecocompatibilità dei materiali utilizzati per il risanamento che viene garantito per un periodo ultradecennale
- Economicità dell’ intervento
Pipe bursting
Pipe bursting
Tale tecnologia consente la sostituzione di una condotta esistente costituita da materiali fragili (ghisa, gres, cemento, cemento-amianto, PVC), tramite inserzione, dal punto di partenza a quello di arrivo, di un sistema di aste azionate idraulicamente, che nella fase successiva di estrazione vengono fissate ad un utensile tagliente che frantuma la condotta esistente, ad un’ ogiva conica che costipa i frammenti, ed infine alla nuova tubazione, che viene pertanto inserita nella sede dell’ esistente. La tecnologia permette l’ esecuzione di tratte di (80 – 150 m in media) ed è prevalentemente impiegata per il rinnovamento di reti idriche, fognarie e del gas. Il suo impiego è condizionato dalla presenza nelle vicinanze di altri sottoservizi (specie fognature in cemento/gres) che potrebbero essere danneggiati per compressione. Questi devono quindi essere localizzati preventivamente con adeguata precisione.
Pipe splitting
Pipe splitting
Tale tecnologia consente la sostituzione di una condotta esistente costituita da materiali duttili (ghisa sferoidale, acciaio), tramite inserzione, dal punto di partenza a quello di arrivo, di un sistema di aste azionate idraulicamente, che nella fase successiva di estrazione vengono fissate ad un utensile tagliente che frantuma la condotta esistente, ad un’ ogiva conica che costipa i frammenti, ed infine alla nuova tubazione, che viene pertanto inserita nella sede dell’ esistente. La tecnologia permette l’ esecuzione di tratte di (80 – 150 m in media) ed è prevalentemente impiegata per il rinnovamento di reti idriche, fognarie e del gas. Il suo impiego è condizionato dalla presenza nelle vicinanze di altri sottoservizi (specie fognature in cemento/gres) che potrebbero essere danneggiati per compressione. Questi devono quindi essere localizzati preventivamente con adeguata precisione.
- Inserimento di guaine flessibili impregnate di resina epossidica che sono estroflesse
all’interno della vecchia colonna, dall’alto o dal basso, tramite spinta pneumatica permettendo così una
perfetta aderenza alle pareti interne della colonna.
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QUADRO NORMATIVO NAZIONALE
- Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 3 marzo 1999.
- “Razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici“.
- Art. 37 del Testo unico della Sicurezza Dlgs 81/2008: Previsti patentini obbligatori per operatori di macchine complesse nella perforazione teleguidata.
- Regolamento di esecuzione e di attuazione Codice dei Contratti Pubblici D. L. 207/2010. Categoria OS 35 “ per la costruzione e la manutenzione di qualsiasi opera interrata mediante l’ utilizzo di tecnologie a basso impatto ambientale (in vigore dal 3 dicembre 2012 ).
- Delibera AGCOM n. 622_11_CONS «Regolamento in materia di diritti di installazione di reti di comunicazione elettronica per collegamenti dorsali e coubicazione e condivisione di infrastrutture».
- Attività di revisione del D.M. 4 aprile 2014 n.137 «Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto».
- Art. 66. (Art. 25, CdS) Attraversamenti in sotterraneo o con strutture sopraelevate: «3. La profondità , rispetto al piano stradale, dell’estradosso dei manufatti protettivi degli attraversamenti in sotterraneo deve essere previamente approvata dall’ente proprietario della strada in relazione alla condizione morfologica dei terreni e delle condizioni di traffico. La profondità minima misurata dal piano viabile di rotolamento non può essere inferiore a 1 m. Per le tecniche di scavo a limitato impatto ambientale la profondità minima può essere ridotta a condizione che sia assicurata la sicurezza della circolazione e garantita l’integrità del corpo stradale per tutta la sua vita utile, in base a valutazioni della tipologia di strada, di traffico e di pavimentazione.
- «Decreto Scavi» del 1°Ottobre 2013 (MISE e MIT):Art. 2 (lettera b: tecnologie di scavo a limitato impatto ambientale in particolare b1: perforazione orizzontale non, b2: minitrincea, b3 radar).
- Dlgs. 33 del 15 febbraio 2016, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 57 del 9 marzo 2016 (Recepimento della Direttiva Europea 61/2014).